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Istituto di moda: Struttura didattica e materie della scuola più “fashion” che ci sia

26 Giugno 2021 By

Materie di vario genere e due differenti indirizzi di studio caratterizzano l’istituto di moda, che offre un diploma spendibile nella fashion industry.

studentessa sorridente consegna lavoro in una scuola di moda

Agli studenti che terminano la scuola media si prospetta una scelta non di poco conto: quale direzione dare alla propria istruzione? Si tratta di una decisione importante, perché responsabilizza i ragazzi, permettendo loro di proiettarsi autonomamente nel futuro. Ma non solo. Compiere questa scelta significa anche, forse per la prima volta nella vita, prendere confidenza con il mondo degli adulti. Quel mondo in cui assume un ruolo rilevante il lavoro, al quale ogni giovane può avvicinarsi seguendo le proprie passioni e inclinazioni.

A questo riguardo, bisogna riconoscere che il sistema scolastico italiano è così ampiamente articolato da assicurare un’ampia offerta. Ciò è frutto delle varie riforme scolastiche che, succedutesi nel tempo, hanno arricchito il ventaglio di proposte didattiche disponibili.

A oggi, gli studenti che si apprestano a varcare la soglia dell’istruzione secondaria di II grado possono scegliere – tra licei, istituti tecnici e professionali – la scuola che più ritengono adatta. Per esempio, se un ragazzo fin da giovanissimo avverte in maniera intensa l’attrazione per la fashion industry, può trasformare la sua passione in istruzione seguendo diversi percorsi di studio, tra cui l’istituto di moda.

Struttura didattica (2+2+1) | Cosa fare dopo

adolescente studia moda a casa aiutata dalla madre

Struttura didattica della scuola

Istituto tecnico sistema moda: è questa la definizione precisa con cui viene individuato il percorso di studi finalizzato a formare professionalità della haute couture che siano capaci di vantare competenze relative a:

  • Creazione e progettazione;
  • Produzione;
  • Sviluppo;
  • Marketing.

Il processo formativo ha durata quinquennale, e si articola nella struttura 2+2+1 (un primo biennio, a cui ne fa seguito un altro, prima dell’anno conclusivo).

Il primo biennio

Obiettivo didattico del primo biennio è quello di rafforzare le nozioni di cultura generale già acquisite nei precedenti anni di studi, nonché di consentire agli studenti di prendere confidenza con il mondo lavorativo in generale. Ciò sarà garantito da un piano di studi che, oltre alle materie recepite come obbligatorie, prevederà elementi di indirizzo.
Nello specifico, il primo biennio contempla lo studio delle seguenti discipline:

  • Lingua e letteratura italiana;
  • Lingua inglese;
  • Storia;
  • Geografia generale ed economica;
  • Diritto ed economia;
  • Scienze della terra e biologia;
  • Matematica;
  • Scienze motorie;
  • Religione (o altra attività).

L’elencazione appena fatta permette di capire che i primi due anni sono quindi dedicati all’acquisizione di nozioni generali a cui si aggiungono quelle specifiche inerenti il diritto e l’economia.

Il secondo biennio

Giunti a questa tappa del percorso, gli studenti dovranno optare per un indirizzo specifico, scegliendo tra “Tessile, abbigliamento e moda” e “Calzature e moda”.

Preferendo la prima articolazione, lo studente avrà modo di dotarsi di un bagaglio di competenze relative alle materie prime, ai processi di produzione e all’elaborazione dei prodotti finali, con particolare attenzione agli aspetti della ricerca tecnologica relativa ai tessuti e agli accessori.

Finalità molto simile è quella fatta propria da coloro i quali scelgono il percorso “Calzature e moda”. In tal caso, allo studente sarà sempre garantita l’acquisizione delle competenze poc’anzi citate, applicate però alla realizzazione di calzature e accessori moda. Le materie caratterizzanti le due articolazioni sono:

  • Tecnologia dei materiali e dei processi produttivi e organizzativi della moda;
  • Ideazione, progettazione e industrializzazione dei prodotti moda;
  • Complementi di matematica;
  • Chimica applicata e nobilitazione dei materiali per i prodotti moda;
  • Economia e marketing delle aziende moda.

Da questo elenco è facile intuire che obiettivo del secondo biennio è offrire agli studenti quell’insieme nozionistico, costituito da materie di varia natura, fondamentale per approcciare con consapevolezza alla fashion industry.

Ultimo anno di corso

Esso è dedicato all’alternanza scuola – lavoro, come previsto dalla riforma scolastica attualmente in vigore. Pertanto, all’apprendimento teorico sui banchi di scuola si affiancherà quello pratico. Esso sarà svolto presso aziende del settore, e darà l’opportunità ai ragazzi non soltanto di capire come le discipline studiate si applicano concretamente alla realtà lavorativa, ma anche di prendere confidenza con tutto ciò che significa essere un professionista della moda.

In sostanza, unendo le ore di studio in classe a quelle di stage e tirocini formativi, si potrà acquisire consapevolezza circa l’ideazione e la progettazione delle collezioni, la gestione e il controllo dei cicli produttivi, nonché – elemento non di poco conto – sarà possibile capire come vengono individuate le migliori strategie di marketing. In questo modo, si fornirà ai giovani un quadro della realtà lavorativa, che permetterà loro di non arrivare totalmente impreparati all’impatto con un mondo nuovo, fino a quel momento conosciuto soltanto tramite le pagine dei libri.

Cosa fare dopo il diploma?

La risposta a questa domanda dipende dalle ambizioni di ognuno e ne abbiamo parlato in maniera estesa a proposito dei 5 sbocchi professionali più ambiti per chi ha studiato moda. Dopo l’Istituto, c’è chi vuol proseguire gli studi, così da ottenere la laurea in moda, e chi invece preferisce dire addio a lezioni e interrogazioni, e mettersi subito alla prova. Decisioni entrambe legittime, alle quali il diploma permette di aspirare. In particolare, scegliendo di varcare subito la soglia di un atelier, i diplomati potranno ambire non soltanto a un ruolo di stilista o fashion designer, ma anche ad altre mansioni professionali, quali:

  • Campionarista;
  • Modellista;
  • Tecnico del controllo qualità, forma o produzione;
  • Sarti.

Senza dimenticare poi una cosa: lavorare in questo settore non significa necessariamente dover far parte di una casa di moda. Per chi volesse mantenere una certa libertà, per chi desiderasse ambire al ruolo di critico, esiste la possibilità di diventare fashion blogger. L’altra sartoria vive anche di questo; o meglio, sono spesso i social network a veicolare con più velocità quello che è il messaggio qualitativo e stilistico di un atelier. Ambire a essere un fashion blogger significa puntare a un mestiere che – come tutti – richiede una certa professionalità, e quindi non può essere improvvisato. Esso necessita di una meticolosa capacità di giudizio, che il diploma in moda permette di vantare, grazie alle conoscenze maturate nel corso del quinquennio di studi.

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